Ricordo di Luigi Reitani
di Francesco Fiorentino
Università Roma Tre, Membro del Direttivo ADIT
La germanistica italiana è sconvolta dalla scomparsa troppo precoce di Luigi Reitani, il suo rappresentante di maggior prestigio internazionale, studioso e intellettuale noto ben oltre l’ambito germanistico per la sua attività di traduttore, saggista, organizzatore culturale e mediatore tra la cultura di lingua tedesca e quella italiana. Lo testimoniano le varie espressioni di costernazione subito apparse su giornali italiani e tedeschi, oltre che in vari luoghi della rete. Tutte ricordano le sue enormi qualità di studioso, la sua infaticabile attività di organizzatore culturale, la sua impareggiabile competenza filologica, la sua straordinaria capacità di intessere relazioni intellettuali, accademiche, scientifiche. Era immerso in mille progetti Luigi Reitani, quando è stato contagiato dal Covid, che in pochi giorni lo ha strappato alla moglie e alle due amatissime figlie, portandoselo via nella notte tra sabato e domenica scorsa.
Solo un anno fa, nell’ottobre del 2020 gli era stato conferito l’Ordine al merito della Repubblica Federale di Germania, che si aggiungeva all’Ordine al Merito della Repubblica Austriaca ottenuto nel 2010. La sua impareggiabile attività di studioso e organizzatore culturale si è da sempre divisa tra la letturatura tedesca dell’età di Goethe e la letturatura austriaca moderna e contemporanea. Da qui, dalla letteratura austriaca aveva iniziato. Nato a Cerignola nel 1959, si era appassionato alle lettere di lingua tedesca durante i suoi studi universitari a Bari, grazie a Giuseppe Farese, con il quale si laurea con una tesi su Schnitzler. L’altra tappa fondamentale della sua formazione è Vienna, dove vive dal 1984 al 1991 e dove incontra un altro suo grande maestro, Wendelin Schmidt-Dengler. Dal 1991 è ricercatore all’Università di Udine: gli bastano pochi anni per diventare un fiore all’occhiello dell’ateneo friulano, grazie alla sua capacità di tessere relazioni e alle sue straordinarie doti organizzative. Nel 2008 entra come indipendente nella giunta comunale di Udine, chiamato dal sindaco Furio Honsell, e assume la delega alla cultura. Nel 2015 lascia Udine per Berlino, dove è chiamato a dirigere l’Istituto Italiano di Cultura, e lo fa brillantemente, coordinando anche la sezione italiana alla Fiera del libro di Francoforte e al Salone del libro di Lipsia. Alla fine del suo mandato, torna a insegnare a Udine, ma continua a risiedere a Berlino, ed entra nel Consiglio di amministrazione dell’Istituto Italiano di Studi Germanici di Roma, dove agisce inoltre da Direttore responsabile delle attività editoriali.
Oltre a tutto ciò Reitani ha ricoperto vari incarichi di prestigio, tra cui quello di componente del consiglio scientifico del Freies Deutsches Hochstift; ha scritto di letteratura di lingua tedesca su varie testate nazionali; ha tradotto e commentato autori come Elfriede Jelinek, Thomas Bernhard, Friedrike Mayröcher, Ernst Jandl, Karl Kraus, Robert Musil, Goethe; ha elaborato studi preziosi sull’età di Goethe, sulla cultura viennese fin de siécle, su Schnitzler, su Ingeborg Bachmann. Ma soprattutto ha realizzato una monumentale edizione integrale dell’opera di Friedrich Hölderlin con due “Meridiani” della Mondadori che hanno rivoluzionato gli studi sull’autore e gli hanno portato una fama internazionale, oltre che diversi riconoscimenti come traduttore, tra cui il premio Mondello per la traduzione nel 2001. In questo lavoro enorme Luigi Reitani mostra la capacità rara di porre domande nuove di fronte alle cose che si credeva da tempo di conoscere, una capacità che lo porta a fare scoperte inaspettate già da giovane, quando rinviene l’unica lettera di Schnitzler a Freud. Di pochi mesi fa è un’altra sua illuminante fatica hölderliniana: il saggio introduttivo alle Lettere d’amore di Hölderlin e Susette Gontard uscirà negli Oscar Mondadori.
Hölderlin è stata la grande passione di Luigi Reitani, uno studioso capace di coniugare come pochi altri passione ed esattezza, uno studioso capace di mettere passione e rigore in ogni sua impresa scientifica, editoriale, organizzativa. Non solo da studioso, ma anche come traduttore, conferenziere, mediatore e manager culturale, Luigi Reitani dava sempre l’impressione di essere la persona giusta al posto giusto, di sentirsi a proprio agio in quello che faceva, di credere profondamente al lavoro del filologo e dello studioso di letteratura, nella sua irrinunciabile rilevanza. Questo ha reso preziosa la sua presenza e questo renderà per sempre prezioso il suo ricordo.