ADIT incontra Laura Garavini
Faccia a faccia con Laura Garavini
Intervista di Gabriella Lepre
Nel marzo 2018 è stata eletta senatrice con 36.386 preferenze. È stato il miglior risultato di tutti candidati di tutti i partiti nonostante il difficile esito per il PD a livello nazionale. Dal 2019 passa con Italia Viva. Laura Garavini è entrata in Parlamento per la prima volta nel 2008, alla Camera dei Deputati, ottenendo 25.070 preferenze, e si è sempre candidata nella circoscrizione Europa; ha fatto parte delle Commissioni Affari Esteri e Politiche Europee di Montecitorio. Dal 2008 è stata capogruppo PD nella Commissione Antimafia. Nel marzo del 2014 ha coordinato il Comitato “Lotta alla criminalità mafiosa su base europea e internazionale” per il Parlamento italiano in occasione del Semestre di presidenza italiana dell’Unione europea. Nel 2015 è stata insignita con l’onorificenza della Croce di Commendatrice dal Presidente della Repubblica federale tedesca, Joachim Gauck, in quanto „costruttrice di ponti in Europa“. Otto anni prima aveva promosso la più grande ribellione alle estorsioni mafiose fuori dall‘Italia. A Berlino fonda infatti, insieme a ristoratori e piccoli imprenditori italiani, l’associazione Mafia? Nein Danke. Erano le settimane successive alla strage di Duisburg in cui in Germania si diceva che dove c’è pizza c’è mafia. “Ma noi italiani di Berlino nel dicembre del 2007 siamo riusciti a fermare una estorsione della camorra che ha interessato decine di esercizi in città. Grazie alla solidarietà e al coraggio della comunità italiana a Berlino abbiamo aiutato la polizia ad arrestare i due camorristi responsabili e a farli condannare a diversi anni di carcere”, scrive Garavini sul suo profilo online.
Dal 1996 ha lavorato a Colonia per un progetto per l’integrazione del governo tedesco, in qualità di responsabile per il settore italiano, al fine di promuovere la formazione di giovani lavoratori italiani. Ha insegnato all‘Università di Kiel, lavorando anche con i figli degli emigranti e insegnando cultura e lingua italiana.
Laureata con lode all’Università di Bologna, è una emiliana doc. “Oggi mi sento europea”, ha scritto, “sono grata di aver conosciuto una realtà moderna, sociale e di successo in tante parti dell’Europa. La mia esperienza all’estero la metto a disposizione anche in Parlamento”. Adit l’ha incontrata.
Senatrice Garavini, perché questo amore per la Germania?
“Quando mi sono trasferita ho avuto modo di apprezzare come nonostante io fossi giovane, straniera, donna, sola, e in seguito anche mamma, mi siano state date tantissime opportunità e nonostante venissi da una terra tradizionalmente ricca, generosa, abituata a offrire opportunità, ho vissuto quest’accoglienza come qualcosa di estremamente positivo e indimenticabile. Questo mi ha talmente entusiasmato tanto da indurmi a fare della mia attività politica esattamente questo: rendere l’Italia altrettanto ospitale e attraente anche per le giovani donne e mamme, possibilmente anche straniere”.
Lei è sempre stata molto attiva sul fronte dell’Antimafia, è stata la fondatrice dell’Associazione Mafia? Nein Danke, in Germania. C’ è il rischio a suo avviso che la criminalità organizzata possa fare affari anche grazie al Covid?
“Il pericolo purtroppo sussiste, già adesso si iniziano a sentire casi di denunce di imprenditori i quali si sentono a rischio proprio a causa della grave situazione economica in cui si trovano e si vedono fioccare offerte di rilievo delle attività economiche; ciò indubbiamente può essere un momento pericoloso da questo punto di vista. Sappiamo bene che chi detiene risorse e ingenti quantità di contanti sono spesso organizzazioni di natura criminale che non si fanno di certo scrupoli a sfruttare situazioni drammatiche come quella della pandemia proprio per lavare e riciclare il denaro sporco. Il rischio in questa fase è particolarmente alto.
E’ necessario quindi prevedere agevolazioni e crediti a basso costo per gli imprenditori e commercianti in crisi, senza pretendere chissà quale tipo di garanzie. Su questo fronte, anche come Italia Viva, stiamo cercando di venire incontro alla mancanza di liquidità e agevolare l’accesso al credito, visto che molte aziende a causa della chiusura prolungata si trovano in grave difficoltà. Devo dire che con l’attuazione dei prossimi decreti è anche stata ampliata la platea di chi può chiedere i ristori. E’ chiaro che i rimborsi sono di importo estremamente minore di quanto sia il mancato volume d’affari di un’azienda, e che non sono paragonabili i rimborsi al venir meno del fatturato. Io ho parlato anche in occasione di varie manifestazioni, anche al Circo Massimo a Roma, con i ristoratori, gli albergatori, con i titolari di palestre, che denunciavano perdite enormi, nell’ordine di milioni di euro a fronte di poche migliaia di euro di ristori. Tener chiuse le attività e gli esercizi ha dei costi altissimi e i rimborsi sono modesti, coprono solo delle minime parti degli introiti e sono finalizzati a garantire un minimo di sostentamento anche personale, familiare.
Detto questo è pur vero che c’è tutta una serie di misure e altre forme di tutele per i lavoratori, cassa integrazione, sussidi, ma siamo di fronte a situazioni oggettivamente complicate. Tanti di questi imprenditori hanno dovuto attingere a risparmi accumulati precedentemente, o ricorrere a prestiti, ai familiari. Da parte statale sono state messe in campo misure importanti, scostamenti di bilancio che arrivano attorno ai 150 miliardi di euro, provvedimenti davvero ingenti, paragonabili a 5 leggi di bilancio con un impegno di spesa imponente, ma torno a dire: la situazione è oggettivamente complessa”.
Per venire incontro a tali esigenze dal 26 aprile l’Italia si avvia a riaprire, mentre invece in Germania si parla di Notbremse e di chiusure. E’ pur vero che i loro dati epidemiologici a oggi sono peggiori dei nostri, anche perché climaticamente parlando là fa più freddo, sono indietro di un paio di mesi rispetto alla nostra imminente bella stagione. Il presidente del Consiglio Draghi ha parlato di un rischio ragionato, ma per esempio alcuni scienziati, come il prof Crisanti che pure è stato ospite di ADIT, ha detto che si tratta di un rischio oggettivo. Qual è la sua posizione, senatrice?
“Crediamo sia positivo andare verso aperture ragionate come ha ben sintetizzato il Presidente Draghi. Innanzitutto si tratta di una serie aperture scalari, che riguardano in primis attività che possono aprire all’esterno dove c’è meno rischio di contagio, quindi questo è senz’altro positivo. E’ indubbio però che il problema non è risolto ma ci vuole un grande senso di responsabilità oltre che dei titolari anche dei clienti.
Finalmente abbiamo un piano di vaccinazioni strutturato con oltre 350mila connazionali vaccinati al giorno, con un programma attuabile di mezzo milione di immunizzati al giorno e la possibilità di procedere a un’accelerazione intensa degli immunizzati. Già oggi abbiamo un cittadino su dieci che è immunizzato al 100% e nel giro di poco tempo possiamo essere in grado di arrivare a un’immunità di gregge estesa.
Contemporaneamente il fatto di poter riprendere con aperture scaglionate ci consente di fare sì che un numero sempre maggiore di esercizi commerciali possa ripartire.
Reputo che sia stata una scelta estremamente oculata, dettata dai dati e dal fatto che il livello di vaccinazione sta dando riscontri positivi, infatti stanno calando i contagi, sta calando il numero dei pazienti in terapia intensiva, per fortuna sta lentamente riducendosi anche il numero dei decessi e viceversa sta consistentemente aumentando il numero dei vaccinati quotidiani. Questo ci dà la certezza di poter essere in qualche settimana a un buon livello di vaccinazione, dicevamo, insieme alla necessità però per i cittadini di dover continuare a usare i dispositivi di sicurezza, quindi la mascherina, e mantenere le distanze; giustamente stiamo andando verso l’estate quindi questo probabilmente aiuterà. L’Italia è a un bivio. Può scegliere se tornare come era prima del Covid. O superare la pandemia trasformandosi in un Paese più moderno. Ecologico. Innovativo”.
E allora parliamo dei Verdi in Germania. Nella campagna elettorale che sta scaldando i motori, l’ultima novità viene dai Verdi, con la candidatura di Annalena Bärbock. Ancora una volta una donna potrebbe essere cancelliera… chissà che sorprese ci riserverà la politica a Berlino?
“E’ molto interessante questa nomina della presidente dei Verdi a candidata Cancelliera. I Grünen stanno vivendo una fase di grande riscontro in Germania, in effetti è incredibile che per la prima volta, esprimendo una loro candidatura, potrebbero avere dei risultati inaspettati. C’è una grande crisi della CDU/CSU per il dopo Merkel, nemmeno la SPD vive un momento brillante. I Verdi sono al governo in numerosi Bundesländer con riscontri elettorali promettenti, e in questa fase le questioni ambientali, anche a seguito del Covid, hanno acquisito nell’immaginario collettivo una percezione nell’opinione pubblica ancora più importante e una rilevanza ancora più forte che nel passato. E’ una candidata che seguiremo con molta attenzione anche in Italia”.
Politica al femminile dunque, e allora non possiamo esimerci da una domanda sul Sofagate… Lei ha espresso pubblicamente solidarietà con la presidente von der Leyen. Per la prima volta un leader occidentale, il nostro Presidente del Consiglio, ha chiamato Erdogan un dittatore. La Turchia è un attore internazionale, conosciuto bene anche da noi osservatori del mondo tedesco come andrà a finire questa contrapposizione tra Ankara e Bruxelles?
“Draghi ha dato prova di quanto la sua leadership oggi conti adesso in Europa. Non a caso ha riscosso apprezzamento unanime, lo stesso capogruppo dei Popolari europei Manfred Weber ha fatto eco alle dichiarazioni di Draghi, facendole sue pubblicamente, cosa che sarebbe stata inimmaginabile solo qualche mese fa.
In ogni caso, credo che sia stata una dichiarazione senz’altro di rilievo, non banale, destinata anche a imprimere una svolta all’atteggiamento dell’UE non soltanto nei confronti di Erdogan ma in generale di tutti i leader che ambiscono ad avere una conduzione totalitaria, vuoi che sia il presidente turco o quello russo Putin, vuoi che siano altri dittatori appunto. Credo che sia positivo questo smarcarsi dell’Europa dalla tolleranza di atteggiamenti che cozzano con i valori dell’Europa stessi. Un atto di coraggio ragionato, destinato ad avere effetti benefici per l’Europa e per il rispetto dei valori che l’Europa incarna e interpreta”.