Convegno ADIT dicembre 2017: la tavola rotonda
Si è svolto a Roma il primo Dicembre, nella bella sala conferenze del Dipartimento di Lingue, Letterature e culture straniere dell’Università degli Studi Roma Tre di Roma il primo convegno interdisciplinare dell’ADIT dal titolo
Italia e Germania, scambi accademici, scientifici, culturali.
Sfide e prospettive europee.
Molto nutrita la partecipazione dei soci, circa un centinaio, e di alto profilo il dibattito che si è tenuto sia in lingua italiana sia tedesca.
L’assemblea è stata inaugurata dai saluti e dal benvenuto ai presenti da parte del Presidente ADIT, Sandro Moraldo, e dall’ambasciatrice della Repubblica Federale Tedesca.
S.E. Susanne Wasum-Rainer si è complimentata con la nostra Associazione e si è detta molto felice per l’iniziativa, dopo avere dato a battesimo proprio all’ADIT pochi mesi prima nella splendida Residenza di Villa Almone.
“La cooperazione bilaterale fra i nostri due Paesi va sostenuta”, ha dichiarato l’ambasciatrice, “per questo è importante il vostro lavoro e quello di tutti voi che siete coinvolti a superare la lontananza e l’estraneità sul piano dello studio e della conoscenza reciproca. Queste attività e incontri hanno valore per la crescita di un’Europa unita sul piano dello scambio e della conoscenza reciproca”, ha concluso Wasum-Rainer.
Il prof. Francesco Fiorentino, padrone di casa e consigliere ADIT, ha portato i saluti dell’Università Roma Tre ringraziando i presenti e l’Ambasciatrice che per l’occasione ha visitato per la prima volta l’Ateneo romano.
E’ stata poi la volta del DAAD Italia, con l’intervento della coordinatrice Valentina Torri.
Che ha sottolineato l’importanza del reciproco dare e avere: “il DAAD non esisterebbe se non ci fossero i borsisti”, ha osservato Torri, che ha ricordato di avere preso servizio al DAAD di Roma quasi contemporaneamente alla fondazione dell’ADIT. La coordinatrice si è poi fatta latrice dei saluti della Centrale di Bonn, sottolineando come con iniziative come il convegno Italia e Germania svolgono il ruolo di ponti anche nell’ambito dello scambio accademico: è un “Wandel durch Austausch”, ha detto Torri. In conclusione, un motto a tutti noi molto caro: “einmal DAAD, immer DAAD”!
Dopo il saluti istituzionali ha avuto inizio la prima sessione dei lavori, presieduta dalla prof. Marina Foschi, dell’Università di Pisa, humboldtiana cooptata da ADIT.
“Credo molto nell’Associazionismo degli ex borsisti, come quelli della AvH anche voi vi muovete nelle nostre istituzioni per incentivare la cooperazione scientifica, culturale e pacifica”, ha detto Foschi, ringraziando Moraldo, il DAAD e la Germania.
La prima relazione è stata quella del prof. Angelo Bolaffi, germanista ed ex direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Berlino. Il filosofo della scienza ha esordito con una battuta: se un marziano arrivasse sulla Terra, sarebbe sorpreso da due fatti: l’Italia fuori dai Mondiali di calcio, la Germania senza governo.
Bolaffi ha parlato del nodo immigrazione con il quale la Germania sta facendo i conti e di una Schadenfreude che echeggia da noi in Italia che certamente non è da Europeisti.
Dopo la prima fase, quella fra la fine della Seconda Guerra Mondiale e il 1989, si è aperta una nuova fase per il Vecchio Continente e bisogna trovare nuovi equilibri, ha detto.
“Il problema è l’asimmetria economica, politica e culturale”, ha spiegato Bolaffi, aggiungendo che si è arrivati alla “fine del consenso permissivo da parte dei cittadini europei che si erano disinteressati, pensando che fosse tutto positivo, delegando ai politici”. Ora si sta facendo strada il populismo e la polemica sull’Europa in campagna elettorale, ha sottolineato il filosofo che ricorda come “per ritrovare il consenso permissivo si debba giungere a un accordo fra Italia e Germania. Non è sano, non funziona l’asse franco-tedesco se non c’è anche uno spazio per l’Italia”. Bolaffi parla inoltre di un rapporto “ontologico” fra le culture italiana e tedesca e porta l’esempio della presenza numerosissima di istituti di cultura italiani e tedeschi nei nostri due Paesi.
“Partirei dalla cultura”, l’affermazione del filosofo che punta a “rompere i pregiudizi culturali” per far ripartire un progetto comune dell’Europa: ex pluribus unum.
In questo intento, Bolaffi evidenzia il ruolo fondamentale di un’istituzione come il DAAD. E poi cita Merkel: l’Europa deve imparare a prendere il proprio destino nelle proprie mani.
Dopo l’intervento del prof. Bolaffi abbiamo ascoltato il brillante contributo della professoressa Cecilie Hollberg, direttrice della Galleria dell’Accademia di Firenze, che vanta un milione e mezzo di visitatori all’anno, nonché fondatrice dell’Associazione “Amici di David”. Che – dopo una bellissima panoramica storica sulle origini degli scambi commerciali e degli esordi dei grand tours verso l’Italia da oltre Brennero (titolo del suo intervento era appunto: Italiens “reiz”volle Schönheit und Kultur) – eine Herausforderung seit Jahrhunderten, lancia una provocazione calvinista: “David deve lavorare!”. “Dovevo venire io dalla Germania per renderci il nostro Museo?”, la domanda retorica di Hollberg.
E ancora, sull’organizzazione degli arrivi turistici in Italia, troppo spesso lasciata al caso, la Direttrice osserva: “i flussi turistici vanno gestiti, non solo attratti”. Essenziali gli scambi internazionali anche per la tutela e la fruizione dello straordinari patrimonio artistico, monumentale e archeologico italiano e lo scambio fra storici e intellettuali delle diverse discipline.
La prima sessione del convegno entra nel vivo con le riflessioni della professoressa Roberta Ascarelli, presidente dell’Istituto Italiano di Studi Germanici, intitolate: “L’attività dell’IISG per la ricerca in ambito germanico e nordico”.
“Noi rappresentiamo gli scambi intellettuali fra Italia e Germania, spiega Ascarelli, “con contatti, biografie, progetti per l’Europa. Tutte meravigliose storie da raccontare: memorie, emozioni… La Germania è anche la nostra storia, dice la Presidente IISG, non solo l’oggetto della nostra ricerca e cultura”. L’Istituto di Villa Sciarra, nato come Ente politico, oggi è un Ente di ricerca. Promuove il dialogo fra le persone e i progetti interculturali, svolge un compito sociale riconosciuto dal MIUR e gode di forte stima da parte delle Istituzioni tedesche. Conta 145 studiosi di aree diverse, ha un budget di circa 1.200.000 euro. E poi l’appello di Ascarelli: “Abbiamo bisogno del vostro aiuto, di fare rete e affiliazioni”. “Questo – sottolinea – anche nell’ottica di una forte responsabilità europea, per i diritti umani, per diventare polo di attrazione delle idee e adempiere al meglio al proprio ruolo sociale nello sviluppo e nella crescita dell’idea di Europa in Italia”.
L’ultima parte dei lavoro della mattinata è stata la sorprendente, stellare e scoppiettante relazione del fisico Giacomo De Angelis, presidente dell’Associazione italiana Alexander von Humboldt sul “Sogno alchimistico della Goldmachertinktur: fasci di ioni esotici in Europa”. Qui una breve sintesi redatta dallo stesso professore.
La struttura dei nuclei atomici riveste un ruolo molto importante in fisica fondamentale e applicata e in astrofisica. Da questa dipende, ad esempio, la formazione degli elementi pesanti nelle stelle. Quali sono le reazioni che governano i processi di nucleo-sintesi e quali gli isotopi maggiormente coinvolti in tali processi rappresentano importanti obiettivi della fisica dei nuclei esotici. La recente scoperta dell’emissione di onde gravitazionali associata alla coalescenza (aggregazione, confluenza, ndr) di due stelle di neutroni costituisce una sorta di tassello aureo che completa il quadro di una fenomenologia studiata da diversi anni attraverso osservazioni dirette e indirette sia in laboratori terrestri che su satelliti. Progetti altamente innovativi, ampiamente sostenuti da una comunità scientifica internazionale, sono in fase di realizzazione in Italia e in Germania. A partire dal 2020 in Italia sarà possibile studiare i nuclei atomici e le reazioni nucleari in regioni della carta dei nuclidi attualmente inaccessibili. Potremo indagare i processi che portano alla formazione dei nuclei pesanti nelle stelle, ma saremo anche in grado di produrre nuovi radiofarmaci e creare materiali innovativi. Questo grazie a Spes (Selective Production of Exotic Species), un progetto multidisciplinare in fase di realizzazione ai Laboratori Nazionali di Legnaro dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Spes produrrà fasci di ioni ricchi di neutroni per le attività di ricerca di fisica nucleare e di astrofisica, ma anche radioisotopi per la medicina e per il monitoraggio dei cambiamenti climatici, realizzando il sogno alchemico della trasformazione del ferro in oro.